Amici

“Arrigo e io non studiavamo insieme: lui aveva i suoi mirabolanti precettori, io i miei sfiancati libri di testo, i miei faticosi appunti. Ma insieme passavamo comunque diverse ore ogni giorno, parlando d’altro, soprattutto dei libri che leggevamo, o giocando a ping pong nel solenne e un po’ tetro palazzo di corso Venezia dove Arrigo e i suoi abitavano in quegli anni, o ascoltando musica nel palco di seconda fila, incrediblmente vicino al palco reale, che avevano alla Scala. E settimane intere passavamo in una loro villa di Magreglio, dove stavamo al fresco e ascoltavamo musica (quanto Bach, quanto Mozart a settantotto giri) e studiavamo, ciascuno per conto suo, amorevolmente accuditi da un piccolo stuolo di governanti, camerieri e cuochi, nell’approssimarsi – non poi così minaccioso, in fondo – degli esami”.
Giovanni Raboni, Aut aut, 214-215, luglio-ottobre 1986, pag. 31.